La news ci arriva direttamente dagli USA, dallo stato del Missouri, dove una rappresentante dello stato ha proposto una tassa sui videogame violenti.
L’idea di questa tassa nasce dalla strage di Newtown in Connecticut, e con una tassazione dell’1% su questi videogame si dovrebbero andare a finanziare programmi per la salute mentale e misure per scongiurare stragi simili.
Che si possa essere d’accordo o meno è …
una questione puramente personale, ma la cosa che ha del grottesco è il criterio di valutazione che stabilisce quali sono i giochi violenti, in questo caso basandosi sul codice di autoregolamentazione ESRB (Entertainment Software Rating Board).
Tale criterio, infatti, non distingue se il gioco contiene scene violente o se al proprio interno hanno scene di sesso esplicito
Mentre il codice PEGI distingue le categorie di contenuti specifici inadatti ai minori, il codice ESRB si limita a dare le categorie “per ragazzi”, “per maturi” e “solo per adulti”.
Praticamente giochi come The Sims, EVE Online o Tropico, che sono considerati inadatti ai più piccoli rientrando nella categoria “Mature”, sarebbero tassabili senza che effettivamente si tratti di giochi violenti.
Fateci sapere il vostro pensiero.
ma così istigano ancora di più alla pirateria!
tranquilli. Paga Rogero! 😉
Fra un pò ci sarà la tassa anche per la pirateria
Strano che lo stesso metro di misura non venga applicato ai film, senza considerare il fatto che gli indicatori di idoneità o il parental control servono proprio ed evitare che un bambino possa immedesimarsi in un serial killer.
A quanto pare il problema della salute mentale (come l’obesità) sta ammorbando gli Stati Uniti d’America, ma nessuno pensa al fatto che il vero problema sta nel fatto che un bambino possa mettere le mani su un fucile d’assalto, o che in alcuni stati si possano comprare armi da fuoco di ogni tipo (anche lanciarazzi, lanciagranate, fucili ad alto potenziale o mitragliatrici a canne rotanti) solo con un documento d’identità.